IV.2
L’insediamento del Periodo Nero
I contesti
Nel periodo Nero Luigi Bernabò Brea ha inquadrato le più antiche testimonianze di vita dell’abitato di Poliochni1. Si tratta dei materiali e dei resti di abitazione messi in luce nei livelli inferiori, a contatto con la roccia o il terreno vergine, dai saggi in profondità nei megara 605 e 832, a cui si aggiungeva una serie di indizi in altre zone dell’abitato.
Il saggio nel megaron 6052 ha attraversato 9 livelli attribuibili a questo orizzonte (F-N; quest’ultimo semi-sterile), stratificati tra i livelli dell’Azzurro Arcaico e la roccia di substrato, su uno spessore complessivo di m. 1,90. Le strutture architettoniche intercettate dal saggio sono costituite da tre capanne successive: ‘capanna inferiore’, ‘mediana’ e ‘superiore’, indiziate da spezzoni di muri curvilinei a doppio paramento con emplecton di terra e ciottoli, conservati per un altezza prossima a 0,60 m.
Con il saggio nel megaron 8323 venivano attraversati 11 livelli attribuibili al periodo Nero, stratificati su uno spessore complessivo di 2 m. Essi corrispondono ai suoli d’uso di sette strutture successive (‘capanne I-VII’), di cui quattro con muri curvilinei del tipo già rivelato in 605, mentre due con muri rettilinei.
Dal punto di vista architettonico l’interpretazione complessiva di questi resti, nell’ipotesi di Bernabò Brea, è quella dicapanne ovali4 ma la presenza di muri rettilinei e i confronti con situazioni note in area egea tra il Neolitico Finale e ilBronzo Antico – anche nell’ottica di una graduale transizione ai megara (Troia) – potrebbe far pensare anche a capanneabsidate. In ogni caso si tratta, già in questa fase, di strutture di una certa importanza dimensionale, come dimostrano assi ricostruibili prossimi ai 7-8 m.
Come possibili resti di questo periodo sono stati interpretati da Bernabò Brea anche i tratti di muro rinvenuti nel 1934 sotto il livello di base del vano 28 e dell’andito 265, associati con le caratteristiche brocchette dipinte, ma il fatto che si tratti di muri rettilinei e le verifiche effettuate recentemente con il saggio U6 nella stessa area fanno propendere per un’attribuzione di questi resti strutturali piuttosto al periodo Azzurro Arcaico7. Alla stessa stregua siamo indotti a ritenere anche i livelli basali della trincea VII, aperta nel 1952 di fronte allo stesso “Granaio”8. Con livelli Azzurro Arcaico, impostati direttamente sul suolo vergine, ha origine anche il deposito stratificato esposto dal saggio in profondità di Bernabò Brea nella piazza 1069.
Con l’obbiettivo di acquisire ulteriori risultanze stratigrafiche per questi orizzonti arcaici del sito, nel nuovo programma di ricerche a Poliochni, è stata prevista l’esplorazione di un settore di sezione esposta sul versante a mare, dove sembravapossibile indagare i livelli inferiori del deposito con minor pregiudizio per le strutture dei periodi successivi. L’apertura di un saggio su questo fronte consentiva inoltre di ricavare informazioni su un settore dell’abitato, quello ad Est della strada105, quasi completamente ignoto13. Ciò anche ai fini di un eventuale riconoscimento di opere di delimitazione dell’abitato che consentissero di definire il suo margine orientale. La conduzione del saggio M nelle campagne di scavo 1992 e 1993 ha effettivamente permesso di raggiungere questi scopi.
Per quanto riguarda il periodo Nero, lo strato di interesse è soprattutto quello basale, denominato ‘strato 10’. Questo strato è risultato chiaramente articolato in 10 sottili sub-livelli (l0A/B/C/D/E/F/G/H/I/L), alter nativamente tendenti al nerastro e al giallastro, che degradano verso Sud-Ovest, seguendo la roccia di base inclinata verso l’interno e si inspessiscono nettamente verso Nord. Data la ristrettezza del saggio M/1992 (una trincea di 1,20 m. di larghezza) e la profondità a cui lo strato 10 è stato raggiunto (m. 4,20 dal p.c.), l’indagine dello strato 10 veniva forzatamente circoscritta ad un’area di poco più di 1 mq per complessivi 2,50 mc di deposito. Per questa limitata porzione è stato comunque possibile raggiungere la roccia di substrato a q. 7,70-8,80 m. s.l.m., rilevando una potenza massima dello strato 10 di 1,30 m. (da q. 7,70 a q. 9 m. s.l.m.).
Un’ipotesi sul modello spaziale dell’insediamento di Poliochni Nero
Gli unici punti fermi per una localizzazione di questa fase risultano, allo stato attuale della ricerca, quei saggi (megaron 605 e megaron 832 degli scavi Bernabò Brea, Saggio M e Saggio U dei nuovi scavi) che hanno restituito contesti stratificati di questo orizzonte. Queste locazioni si trovano tutte all’interno del settore centrale dell’abitato nella sua massima espansione, con un punto medio significativamente corrispondente con quello che sarà poi sempre il centro nevralgico della cittadella: la piazza 103.
I limiti Est e Ovest dell’area di frequentazione nel periodo Nero risultano definiti rispettiva mente dal saggio M, che ha dimostrato l’esistenza di livelli di questo orizzonte sul bordo della scogliera a q. 7,70 m. s.l.m. e dal saggio U nel cd. Granaio, che nei suoi livelli basali (20-23) ha permesso di rilevare quello che appare come il bordo estremo occidentale del deposito Nero, sovrapposto ad un terreno sterile, sabbioso38. Questo dato appare confermato dall’assenza di livelli di orizzonte Nero nel saggio D, immediatamente fuori le mura in questo stesso tratto39. L’asse E-W dell’insediamento Nero avrebbe quindi un’estensione complessiva di ca.70 metri.
Più difficile appare una definizione dell’asse N-S. Alla circoscrizione del limite meridionale può contribuire l’evidenzanegativa per il periodo Nero dal saggio A, dove su un terreno vergine dello stesso tipo di U s i stratifica l’Azzurro Arcaico4. Verso Nord è invece solo possibile ipotizzare un limite compreso tra i due saggi in profondità con livelli Poliochni Nero (megara 605 e 832) e il saggio nella piazza 10641. In quest’ultimo saggio, proprio come nel saggio A, la stratificazione sul vergine ha infatti inizio sono nel periodo Azzurro Arcaico. Anche questo asse avrebbe allora un’estensione di ca. 70-80 metri.
Ad analoghe considerazioni sull’estensione del villaggio nel periodo Nero orienta anche la ricostruzione dell’assetto morfologico originario del promontorio di Poliochni, sulla base delle prospezioni geofisiche e geolettriche condotte nel199142. Queste prospezioni hanno messo in evidenza una depressione – con ogni probabilità originata da eventi tettonici (faglia?) – con asse NWSE e compresa tra le due sporgenze rocciose visibili sul fronte orientale (lato mare). I margini di questa depressione, successivamente colmata dal deposito antropico (nello stesso periodo Nero?), appaiono coincidenti con quelli che possiamo ipotizzare su base archeologica come i margini Nord e Sud dell’insediamento Nero. Una locazione privilegiata dell’insediamento di fase Nera in questa depressione sembra quindi suggerita dal complesso dei dati geo-archeologici.
All’interno di quest’area complessiva – la cui estensione è pari a ca. 0,5 ha. – l’articolazione tipologica della facies sembrasuggerire un’espansione progressiva dell’abitato Nero da Est, cioè dal litorale, verso l’interno. La fase I è stata rilevata infatti solo nel saggio M, in prossimità del bordo della scogliera, mentre la fase II è attestata anche nel saggio del megaron 605, quindi in prossimità della piazza 103, futuro centro dell’insediamento Azzurro. Le fasi III e IV risultano attestateinfine anche nel megaron 832 e nel ‘Granaio’ (vano 28), oltre che nel megaron 605. Nel saggio M la fase IV non è rilevabilecon la stessa sequenzialità stratigrafica delle precedenti – nello strato 10 – ma appare comunque indiziata nello strato 9 (transizione all’Azzurro Arcaico).
Le prime fasi di vita nel sito sarebbero state quindi caratterizzate da una tendenza espansiva, che prosegue nell’ AzzurroArcaico, quando l’avvenuta colmatura della depressione al centro del promontorio consente di estendersi ulteriormente anche verso Sud e Nord. Questa naturale dilatazione dell’abitato sembra terminare drasticamente nell’Azzurro Evoluto, quando, con la costruzione delle grandiose opere di delimitazione dell’abitato, viene stabilito un limite preciso all’espansione urbana di Poliochni.
Note
- Bernabò Brea 1964, I, 1, 537-547.
- Bernabò Brea 1964, I, l, 45-72.
- Bernabò Brea 1964, I, 1, 73-114.
- Bernabò Brea 1964, I, 1,537; sulla stessa linea anche Sinos 1971, 34-35 e Treuil 1983, 304 per il quale: «Ce sarait là l’ un des premières exemples deconstructions circulaires en Grèce».
- Bernabò Brea 1964, I, 1, 185 ss., figg. 110, 114; 5
- Benvenuti,
- Traverso,
- Bernabò Brea 1964, I, 1, 232 ss., fig. 135, 537.
- Bernabò Brea 1964, I, 1, 41-43, fig. 10, 537.
- Bernabò Brea 1964, l , 1, 69-72. Bemabò Brea1964, I, 2, tavv. le, i, j, Ilg-h, III, IV, V, VI, VIIa-q.
- Bernabò Brea 1964, I, 1, 112-114. Bemabò Brea1964, I , 2, tavv. Ia-d, f-h; Ila-f, IIIb-1,
- Tiné S., supra
- Sondaggi eseguiti dal Ricci nel 1930 e scarsamente documentati. Cfr. Bemabò Brea 1964, II, 136.